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GENITORIALITÀ ED EMERGENZA SANITARIA: AFFRONTARE LA GRAVIDANZA DURANTE LA PANDEMIA

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Il lockdown di Marzo 2020, ha sancito per la popolazione mon ...

DISLESSIA.... Settimana Nazionale della Dislessia

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Dal 4 al 10 ottobre 2021 AID organizza la sesta edizione del ...

I DISTURBI DEL SONNO IN ESPONENZIALE AUMENTO: capiamo perchè e cosa fare (1° parte)

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Nonostante la famosa quarantena per il contrasto del contagi ...

SISTEMA IMMUNITARIO e RESPIRAZIONE DIAFRAMMATICA

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COME AGISCE IL SISTEMA IMMUNITARIO Essere immuni vuol dire ...

LA NOIA.... The Boredom!

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Mai così come in questo momento potremmo entrare in contatto ...

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Relazione tra i vari Piani e Sistemi di funzionamento

Il sovrappeso e l’obesita sono tra i disturbi alimentari sempre più in crescita nel mondo, molti sono le attenzioni e gli studi che cercano di trovare soluzioni utili a gestire queste problematiche; da tempo la fisiologia ha pensato che forse studiare i sistemi e i meccanismi di regolazione legati all’assunzione di cibo potesse essere di grande aiuto.

Già dal 1900 il neurofisiologo Sherington ipotizzò che alla base del meccanismo della fame fosse coinvolto il sistema nervoso, nello specifico fu scoperto che nella situazione di fame, nell’organismo si verifica un aumento di eccitabilità dei nervi dell’esofago e dello stomaco che a loro volta inviano tale informazione ai centri nervosi superiori. Sostanzialmente è lo stomaco che dice al cervello “Ho fame”.

Ulteriori studi riuscirono a osservare il funzionamento dello stomaco nel momento in cui è vuoto, in tale condizione lo stomaco produce scariche nervose che vengono veicolate dal cervello tramite il nervo vago1 e man mano che lo stomaco si riempie si attivano fibre vagali inibitorie che determinano il rilasciamento e la distensione dello stesso.

Sulla base di questa scoperta furono svolte molte ricerche su animali per verificare le conseguenze determinate dall’asportazione chirurgica dello stomaco ipotizzando che lo stimolo della fame potesse scomparisse completamente. In verità si verificò la persistenza dello stimolo della fame.

Nel 1939 i fisiologi A.W: Hetherington e S.W. Ranson scoprirono l’esistenza nell’ipotalamo di due centri distinti coinvolti nella fame e nella sazietà. Precisamente un area definita ventromediale responsabile a inibire la fame e un area leterale responsabile a stimolarla. Da qui il nome di Aree della sazietà e della fame.

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CHE DIFFERENZA C’È? Sono la stessa persona e fanno cose diverse?

Conoscere le sfumature è importante anche per comprendere la nostra richiesta di aiuto dove deve andare

 
 
LO PSICOLOGO
Lo psicologo è il laureato in psicologia che ha sostenuto e superato l’Esame di Stato che permette l’iscrizione all’Ordine degli psicologi. Per poter sostenere tale esame egli deve obbligatoriamente svolgere un tirocinio formativo della durata di un anno, nel quale fa esperienza nel campo della psicologia. Gli psicologi non sono tutti uguali, in quanto esistono all’interno delle università indirizzi formativi diversi (per es: psicologia clinica e di comunità, psicologia del lavoro e delle organizzazioni, psicologia dello sviluppo e dell’educazione, psicologia generale e sperimentale), i quali forniscono competenze diverse. Dopo la laurea egli può decidere di frequentare corsi o master che forniscono competenze in ambiti specifici, per esempio nel campo dei disturbi d’ansia.
 
Lo psicologo fornisce ai suoi utenti un aiuto non farmacologico, basato su colloqui di sostegno, strumenti diagnostici, consulenze, tecniche di rilassamento ecc. Sono molte le cose che egli può fare, purché non si configurino come terapia, poiché essa richiede il titolo di psicoterapeuta. Inoltre lo psicologo non può prescrivere farmaci, dal momento che per fare questo serve una laurea in medicina. Se possiede una laurea in medicina oltre a quella in psicologia lo può fare. Quindi, riassumendo, per essere tale lo psicologo deve possedere i seguenti requisiti:
  • laurea in psicologia;
  • essere iscritto all’Ordine degli Psicologi di una regione italiana.

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La depressione oggi viene considerata il male del secolo, sembra che tutti ne soffrono o ne abbiano sofferto in un momento della loro vita. Ma siamo proprio sicuri di avere questo malessere?

 
 
Pur considerandola uno tra i disturbi più frequenti nella nostra popolazione, l’uso attuale del termine depressione è da considerarsi inappropriato. Forse è possibile che ci confondiamo ed etichettiamo un momento di melanconia della nostra vita come una depressione.
Ma che cosa è veramente la depressione? E come e cosa dobbiamo fare per superarla?
La teoria alla quale facciamo riferimento è quella della Psicologia Funzionale, ci da la possibilità di guardare la persona in una nuova ottica, in un modo nuovo, considerandola nella sua interezza e in tutti i suoi livelli di Funzionamento.
L’equilibrio tra i vari aspetti del Sé è il risultato di una congruenza tra i vissuti emotivi e il modo in cui essi vengono trasmessi agli altri: la postura, il movimento, l’atteggiamento, il tono di voce…
Infatti, è proprio questa presenza armonica e integrata dei differenti aspetti del Sé (vissuto interno, emozioni, il modo in cui si percepiscono le sensazioni, il mondo simbolico, i ricordi, la capacità di progettare e d’immaginare le cose) a caratterizzare lo stato di salute e di benessere.
Mentre uno squilibrio tra queste varie Funzioni, una loro alterazione o sconnessione, segnala inevitabilmente la presenza di problemi e patologie, facciamo un esempio per capire meglio.

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